Negli anni immediatamente successivi al 1873, quando fu promosso il primo corso delle carrozze in Via Regia, la partecipazione ebbe un crescendo di mezzi e di gente.
1874: ai fiacre, i landau, i tilbury delle famiglie benestanti, si unirono gli omnibus del servizio pubblico, le berline e poi i calessi, i barrocci, i carri agricoli a riprova della presa popolare del corso.
1877: il 9 febbraio l'Amministrazione comunale emise un'ordinanza che consentiva la presenza ai corsi solo ai mezzi a due ruote, senza il vetturino a cassetta, coi cavalli privi di sonagliere e trattenuti al morso da un conducente a piedi. Il provvedimento annunciava severe sanzioni a chi aveva fatto uso di oggetti contundenti nel corso e fissava il "percorso delle maschere" fra Piazza della Dogana e Piazza dell'Olmo.
1878: la morte del Re Vittorio Emanuele II, il 9 gennaio, vanificò i preparativi del corso, quando, a cominciare dai carri, la lavorazione era più che avanzata. I corsi mascherati furono cancellati. Il lutto nazionale sospese le feste di Carnevale.
1879: per risentimento e protesta contro il provvedimento dell'anno prima, la Società del Carnevale si sciolse e non ci fu il Corso di Carnevale.
1892: due furono i corsi in Via Regia: l'ultima domenica di Carnevale e il Martedì Grasso. Per la prima volta. La città, in lutto per la morte del Curatino Antonio Maria Pucci, proclamato poi santo dalla Chiesa, annullò molte feste, ma non i corsi.
1901: il corso fu prolungato oltre Piazza della Dogana, fino all'altezza del Viale Margherita, che, nello stesso anno, fu inghiaiato e massicciato.
1905: il corso fu trasferito dalla Via Regia al Viale Margherita lungo un percorso compreso fra il Canale Burlamacca e Piazza Mazzini.
1912: un'ordinanza comunale del 21 gennaio consentì l'apertura dei negozi per la vendita e il noleggio di abiti "inerenti alle feste carnevalesche", ma nessuna disciplina fu riservata ai corsi, probabilmente non programmati a causa della guerra di Libia.
1914: furono promossi gli ultimi corsi antecedenti la prima guerra mondiale. Premi ai carri allegorici, alle automobili, alle mascherate a piedi superiori a sei maschere, alle carrozze, alle biciclette. Corsi precedenti la prima guerra mondiale furono sempre aperti gratuitamente al pubblico; anche nel dopoguerra, fino al 1926, non fu richiesto agli spettatori il biglietto d'ingresso.
1921: Primo corso mascherato del dopo guerra con la novità dell'orchestra su ogni carro.
1922: alle manifestazioni carnevalesche, ed a U in particolare al corso dei carri, mancarono i ... carri. Lelio Maffei scrisse: "Carnevale di forza, coatto, subíto come un armiversario..."
1927: i Viali a mare, tratto Canale Burla macca-Piazza Mazzini, furono transennati Ebbe inizio il Carnevale con il corso a pagamento. I viareggini coniarono il termine "Carnevale in gabbia e "gabbia" fu definito il luogo transennato. Il Comune acquistò i carri dai costruttori e, in estate, li mise in mostra sulla Passeggiata.
1929: fu promosso un corso speciale dedicato ai bambini.
1930: le Ferrovie dello Stato concessero il 50 per cento di riduzione sui treni per due manifestazioni: la Fiera Campionaria di Milano e il Carnevale di Viareggio.
1936: il corso mascherato non ci fu a causa della guerra in Etiopia.
1940: Ultimo corso prima della seconda guerra mondiale, con appena sei carri grandi, quattro piccoli, due mascherate.
1946: passata la guerra, i carri tornano sui Viali a mare. Il corso, gratuito, si svolse sempre nel tratto Canale Burlamacca - Piazza Mazzini.
1947: Fu ripristinata la "gabbia" e il corso fu di nuovo a pagamento.
Con gli Anni Cinquanta ebbe termine il traino dei carri con i buoi.
1952: Furono impiegati per la prima volta, per il trasporto dei carri, i trattori agricoli.
1953: Fu sperimentato il "Corso a soggetto". Tema: "Il Carnevale attraverso i tempi". Ci furono carri storici e preistorici.
1954: I corsi furono spostati oltre la Piazza Mazzini, nel tratto Piazza Mazzini - Hotel Royal; la decisione fu adottata per mitigare il costo della "gabbia- che, all'altezza dei Giardini D'Azeglio, reclamava un'eccezionale transennatura.
1956: A causa del maltempo - tramontana e neve - il pubblico restò lontano dai corsi, che ebbero solo due edizioni. Programmati nuovamente per il lunedì di Pasqua e per la domenica successiva con l'invenzione di una 'Festa della primavera', non esercitarono attrazione. L'esperimento fu considerato da non ripetersi.
1957: Fu accarezzato l'ambizioso progetto di trasferire un corso viareggino a Milano, all'interno della Fiera Campionaria. Le trattative condotte a AARV con i Comune di Milano e l'Ente Fiera furono vanificate dallo scioglimento dell'AARV, decretato dal Prefetto il 13 marzo, conseguente a una collegiale richiesta dei Comuni di Forte dei Marmi, Pietrasanta e Camaiore.
1958: Per attenuare i rischi prodotti dal maltempo, il Comitato decise di sconvolgere il calendario di Carnevale. li corso di apertura avvenne la seconda domenica di Carnevale e il corso di chiusura la prima domenica di Quaresima. Per la modifica al calendario, la Parrocchia di Sant'Antonio protestò vivacemente sul bollettino ecclesiastico.
1959: il Comitato, recepita la protesta della Parrocchia, ripristinò il vecchio calendario col corso di chiusura al Martedì Grasso. corso fu definito "antologico". I costruttori dei carri eseguirono una riproduzione aggiornata, dei carri anteguerra: sei di Alfredo Pardini e due di Antonio D'Arliano.
1964: Fu riproposto il "Carnevale"a soggetto". Tema: "Il Carnevale nel mondo" coi carri dedicati alle città d'Europa e d'America con una tradizione carnevalesca. il corso fu allungato da Piazza Mazzini fino all'altezza di Via Zanardelli.
1965: Il secondo corso assunse la denominazione di "Corsodell'Eurovisione", in sintonia con la sigla d'annuncio sugli schermi Rai il prolungamento dell'anno prima, fino all'altezza di Via Zanardelli, fu eliminato.
A metà degli Anni Sessanta il Carnevale dette inizio ai corsi di notte con un impianto di illuminazione su una torre e su quattro piloni con riflettori da duemila watts a gelatine colorate.
1966: Il primo e il terzo corso furono ritardati fino al tramonto e, per la prima volta, i carri, dai colori fosforescenti, furono sciabolati dai fari, determinando uno spettacolo nuovo e spettacolare. L'intero corso fu dotato di un impianto di filodiffusione. In Piazza Mazzini furono montate le tribune per gli spettatori.
1967: Il corso di chiusura fu riservato alla notte. Fu l'anno della prima "Festa continua" del Martedì grasso: corso, verdetto lo delle giurie, fuochi artificiali.
1968: Anche il corso della terza domenica fu programmato di notte.
1971: In Piazza Mazzini fu montata una nuova tribuna davanti alla terrazza a mare, dotata di una pedana-palcoscenico. Due pedane per le orchestre furono collocate all'interno del corso. Fu rinnovato totalmente l'addobbo agli ingressi e fu lanciato il concorso "Balconi e finestre mascherati sul corso". Non ci fu la rispondenza dei residenti, albergatori e privati.
1973: L'affluenza del pubblico al corso di apertura del Carnevale Centenario fu così numerosa da obbligare il Comitato a spalancare i cancelli, coi botteghini senza più biglietti d'ingresso. Nelle domeniche successive il corso fu prolungato oltre il Royal, all'altezza di Via Carrara.
1974: L'anno della grande crisi petrolifera il corso rischiò di non essere fatto. Fu ventilato il ritorno del traino coi buoi. Il pericolo fu esorcizzato da un intervento straordinario dei Prefetto che autorizzò l'uso dei trattori.
1975: il 10 dicembre il Consiglio comunale deliberò di rimuovere la "gabbia"e di abolire l'ingresso ai corsi a pagamento. Il provvedimento fu votato da Pci, Psi, Pdup. I partiti laici si astennero. Dc e Msi votarono
contro.
1976: Nella terza domenica dei corso "aperto", l'affluenza degli spettatori provocò il prolungamento del corso da Via Carrara a Via Zanardelli.
1977: Il Ministero delle Finanze autorizzò il Comune e, per il Comune, il Comitato Carnevale, a indire un "Concorso a premi" legato alla vendita dei biglietti per le tribune numerate. Fu indetta una "Lotteria nazionale", anticipatrice di sei anni di quella che vedrà i biglietti vincitori abbinati ai carri.
1978: Terzo e ultimo anno del Carnevale l'aperto". il17 luglio il Consiglio comunale si pronunciò per il ripristino del Carnevale "chiuso".
Il ritorno alla "gabbia", al corso transennato e a pagamento, non ebbe oppositori. La delibera comunale del novembre 1978 autorizzò il Comitato a programmare tre corsi "chiusi" e uno "aperto-: l'ultimo, del Martedì Grasso.
1979: Fu il solo anno con tre corsi a pagamento e l'ultimo ad accesso libero.
1980: Si tornò alla chiusura totale del circuito dei carri.
1982: Fu abolito il corso del Martedì Grasso. li corso "di chiusura- fu riservato alla prima domenica di Quaresima; la motivazione è da ricercare nella possibilità di un maggior incasso. Per i corsi di notte, in virtù dei carri sotto gli effetti dei laser, fu coniato il termine "corsi psichedelici".
1986: il Comitato Carnevale, all'ultimo corso della sua gestione, volle dare un duplice segno innovatore: assegnò l'incarico a Sergio Baroni e Luigi Renato Verganti di rinnovare gli addobbi e di allestirne di nuovi (Burlamacco e altre maschere nella piazza della stazione; Re Carnevale su un cavallo a dondolo in Piazza Maria Luisa; una goletta di 25 metri in Piazza Mazzini e così via ...) e portò sulla pedana-palcoscenico i grandi show di "Europa Uno-On the road".
1987: La Fondazione Carnevale ripristinò il calendario dei corsi al periodo naturale dell'anno: tre domeniche e Martedì Grasso.
1990: La scenografia agli ingressi dei corso fu totalmente rinnovata da Sergio Baroni e Luigi Renato Verlanti che dettero alla facciata dell'Hotel Royal, sede della Fondazione e del "rito"televisivo dell'estrazione dei numeri della Lotteria nazionale, una speciale coreografia; inventarono anche particolari addobbi lungo la Via Mazzini e in Piazza Dante, di fronte alla Stazione ferroviaria.
1993: Le decorazioni sulla facciata del Royal furono ridisegnate da Sergio Baroni su tema floreale. Le realizzò Giampiero Ghiselli. In Piazza Mazzini fu collocato, come elemento ornamentale, fisso un enorme Re Carnevale assiso in trono; lo realizzò Rossella Disposito. Le tribune furono portate a duemila posti.